Un articolo di Gregory Hays, pubblicato nel N. 5093 del 20 maggio 2016 di TLS, il supplemento del Times dedicato alla letteratura, annuncia la possibile scoperta del terzo libro perduto del De Platone et eius dogmate di Apuleio (circa 120 d.C. – post 170). Sembra incredibile che si possano scoprire ancora oggi delle nuove opere degli autori antichi, eppure queste scoperte sono rese possibili da una fonte che ultimamente ha prodotto notevoli risultati: la rilettura attenta dei manoscritti medievali inesplorati.
Un manoscritto appartenuto alla regina Cristina di Svezia (XVII sec.) oggi nella Biblioteca Vaticana, contiene un'opera fino ad oggi inedita, che, sulla scorta di un'annotazione scritta alla fine del secondo libro del De Platone, potrebbe essere il terzo libro dell'opera apuleiana.
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Sito dell’Università di Augusta (Augsburg, l’antica Augusta Vindelicorum) straordinariamente ricco non solo di testi latini e greci, ma anche di testi letterari delle principali letterature europee, italiana compresa. Il sito nel tempo si è arricchito e continua ad arricchirsi di nuovi testi. Apprezzabili anche la veste grafica e il corredo iconografico di questo sito, che è da ritenersi attendibile per il prestigio dell’istituzione e per l’impegno costante nel tempo.
Ogni sezione della biblioteca presenta l’index alphabeticus e l’index chronologicus nei quali si può apprezzare l’uso della lingua latina, considerata come universale. Le introduzioni degli autori latini e greci sono rispettivamente in latino e in greco antico. Sono disponibili numerose opere di autori antichi e moderni. C’è, perfino, “la tesina” di Karl Marx: An principatus Augusti merito inter feliciores reipublicae Romanae aetates numeretur.
Pulcherrima mihi videtur haec pagina “Ad lectorem”
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