ABRACADABRA (gr. ἀβρακαδάβρα) è una parola magica, dall’etimo incerto, che per gli antichi aveva il potere addirittura di guarire gli uomini da malattie misteriose. Quinto Sereno Sammonico (III secolo d.C.) nel suo poema in esametri conosciuto come Liber medicinalis, spiega come utilizzarla per realizzare un talismano in grado di combattere la febbre semiterzana, nel capitolo Hemitritaeo Depellendo.

Leggiamo gli eleganti esametri di Sammonico

 Mortiferum magis est quod Graecis ἡμιτριταῖον

vulgatur verbis: hoc nostra dicere lingua

non potuere ulli, puto, nec voluere parentes.

Inscribis chartae quod dicitur abracadabra:

saepius et subter repetis, sed detrahe summam,

et magis atque magis desint elementa figuris:

singula quae semper rapies, et cetera figes,

donec in angustum redigatur litera conum.

His lino nexis collum redimire memento.

Che tradurrei così:

“Più pernicioso è il morbo che in greco è conosciuto come “hemitritaion” (febbre semiterzana): nessuno riuscì a tradurre la parola nella nostra lingua, penso, e nemmeno lo vollero i nostri padri. Scrivi su un foglio il cosiddetto ABRACADABRA: ripeti la scritta più volte sotto, ma togli l’ultima lettera in modo che progressivamente manchino le lettere alla sua forma: togli una lettera per riga e conserva le altre, finché una lettera si riduce alla punta di un cono. Legata la scritta a un filo di lino, ricorda di cingerla al collo.

Seguendo le istruzioni del poeta arriviamo a formare un triangolo rettangolo; centrando le righe si forma un triangolo isoscele a base rovesciata, molto più pratico per realizzare pendenti o gioielli. Questa febbre, che stando all’etimologia dovrebbe comparire ogni tre mezze giornate, è probabilmente una forma di malaria (detta anche febbre terzana), maligna con crisi febbrili più ravvicinate.

Questa formula magica che non riusciamo a immaginare come efficace per guarire gli ammalati ebbe una grande fortuna nella cultura popolare e dalla medicina mistica passò alla magia, diventando una delle parole più usate dai maghi prestigiatori.