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Seconda puntata sulle parole ricorrenti, dedicata a una congiunzione usata frequentemente, quasi come il “no?”. Ultimamente non è usata solo come congiunzione avversativa, ma spesso come parola di esordio: viene collocata all’inizio di un discorso, in genere introduce la risposta a una domanda di un interlocutore nel corso di un’intervista.
Questo monosillabo assume diverse intonazioni e funzioni, più spesso è pronunciato in forma semplice, alcune volte ha invece valore di interiezione; in tal caso presenta un’aspirazione finale rappresentabile con la lettera “h”. Meno spesso ha un’intonazione interrogativa, per sollecitare l’interlocutore ad avanzare un’obiezione attesa.
Le dimore di un’anima inquieta
(testo dell’intervento tenuto a Pagazzano il 3 ottobre 2021)
Poiché il gemellaggio che si celebra questa sera costruisce una via ideale che congiunge i luoghi più rappresentativi in cui dimorò il poeta proporrò al pubblico intervenuto questo mio breve excursus sulle “Case del Petrarca”.
In molti luoghi certamente, in chissà quante case dimorò il Petrarca nella sua vita di uomo inquieto per carattere e spesso in viaggio per lavoro: anche se fu peregrinus ubique[1], le sue case ebbero delle caratteristiche che meritano qualche riflessione.
Possiamo classificare le “Case” in due categorie semplificate:
A Passo Corese, frazione di Fara in Sabina (RI) davanti alla sede del liceo classico e scientifico, è stato inaugurato il monumento a padre Lorenzo Rocci, l’autore del primo vocabolario greco-italiano, un caposaldo della formazione di tanti alunni e studiosi di greco antico. Ricchissimo di lemmi e di esempi, è stato ed è tuttora, con le nuove edizioni, modello di riferimento per tutti i vocabolari che pubblicati dopo il suo.
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