Anaxiphorminx per la metrica latina e greca
Una serie di caratteri geniale
Chi si occupa di poesia greca e latina può avere bisogno di inserire uno schema in una pagina. Inutile cercare di inserire i simboli con la tastiera usando attraverso i comandi INSERISCI – SIMBOLO: non esistono caratteri compatibili. Anche quando si trovano i codici giusti nell’immensa miniera dei caratteri UNICODE, questi devono essere adattati e combinati per farli assomigliare ai segni grafici che scriveremmo a mano.
Cominciamo a raccontare la storia di questo nome, che è davvero interessante…
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Alessandro Manzoni – le poesie tradotte in latino
Secondo capitolo[1]
Gli studiosi che tradussero in latino i Promessi Sposi iniziarono tardi la propria opera e si dedicarono solo ad alcuni passi del romanzo. La produzione poetica di Alessandro Manzoni invece attirò subito i latinisti, che tradussero le sue opere a volte utilizzando testi ancora in elaborazione.
Ne dà un resoconto dettagliato il volume “Di liete voglie sante” – Inni sacri ed altre poesie in traduzione latina, a cura di Enrico Renna[1], che fa parte del cofanetto comprendente anche il libro “Mala cosa nascer povero” - I Promessi Sposi ed altre prose in traduzione latina.
Il Manzoni non trascurò di ringraziare i numerosi latinisti che gli inviarono le versioni latine in cerca di un apprezzamento:
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I Promessi Sposi in latino - Mala cosa nascer povero
Riflessioni sul libro “I Promessi Sposi ed altre prose in traduzione latina, a cura di Enrico Renna, 2010 Edizioni Sparton, Napoli, Intro XLVIII + pagg. 303.
In questo volume, a tiratura limitata, sono raccolte le versioni in latino di alcune parti del romanzo e di altri testi in prosa del Manzoni; il libro è stampato su carta di buona qualità, corredato di immagini interessanti che testimoniano il paziente e appassionato lavoro del curatore che si è mosso tra archivi storici e raccolte private.
La prima informazione che colpisce è che non risultano versioni latine del romanzo scritte nell’Ottocento;
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Un regalo di Natale per Catullo
L’anacronismo del titolo è voluto: Catullo ha ricevuto un regalo, sì, ma non per Natale (ovviamente), ma per i Saturnalia, una festa che cadeva alla fine dell’autunno: ai tempi di Augusto duravano tre giorni, terminavano esattamente (avverbio un po’ esagerato per l’antichità) a. d. XIV kal. Ian.1, erano giorni di festa, in cui si scambiavano regali e si scherzava celebrando i tempi felici dell’età dell’oro di Saturno. Era una festa che assomigliava un po’ al carnevale (per gli scherzi) e un po’ al Natale (per i regali).
Nel carme XIV Catullo racconta di aver ricevuto in dono dall’amico poeta Calvo un’antologia di poetastri, uno scherzo maligno fatto a un raffinato poeta, il più grande dei poëtae novi.
Un affronto di tale portata meritava una degna vendetta: il giorno successivo Catullo promette...
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Ma(h)
Seconda puntata sulle parole ricorrenti, dedicata a una congiunzione usata frequentemente, quasi come il “no?”. Ultimamente non è usata solo come congiunzione avversativa, ma spesso come parola di esordio: viene collocata all’inizio di un discorso, in genere introduce la risposta a una domanda di un interlocutore nel corso di un’intervista.
Questo monosillabo assume diverse intonazioni e funzioni, più spesso è pronunciato in forma semplice, alcune volte ha invece valore di interiezione; in tal caso presenta un’aspirazione finale rappresentabile con la lettera “h”. Meno spesso ha un’intonazione interrogativa, per sollecitare l’interlocutore ad avanzare un’obiezione attesa.
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