Così si poteva studiare il latino un secolo fa
Sono giunto in possesso di alcuni volumi della Biblioteca del Popolo, una collana che ebbe grande importanza per la divulgazione del sapere a partire dalla fine del XIX secolo. La storica casa editrice milanese pubblicò numerosissimi volumetti di 64 pagine nei quali si esponevano i rudimenti di tutte le scienze umane e scientifiche “in forma popolare, succinta, chiara, alla portata di ogni intelligenza”.
La mia attenzione è stata subito attirata da due volumi riguardanti la lingua latina: Grammatichetta (sic!) Latina (volume 139) e Sintassi latina (volume 281), pubblicati nel 1935.
Comincio a sfogliare il primo volume:
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Fontanellato: Ovidio nella saletta di Diana e Atteone
Per chi viaggia verso Bologna Fontanellato è il nome di un’area di parcheggio che si trova prima di Parma, una pausa nel noiosissimo percorso rettilineo dell’autostrada A1. Fontanellato merita assolutamente una pausa più lunga per una visita: è un borgo straordinario al cui centro si trova la Rocca Sanvitale, un castello circondato da un fossato, eretto in un grande spiazzo nel quale si svolgono periodicamente mercati d’antiquariato e di golosi prodotti gastronomici.
All’interno della rocca ci sono arredi interessanti, artistiche decorazioni pittoriche di grande originalità e ambienti ben conservati e ben descritti dalle guide che accompagnano i visitatori. Il gioiello della rocca è la saletta detta di Diana e Atteone, affrescata nel 1523 per il conte Galeazzo e sua moglie Paola Gonzaga da un giovanissimo Parmigianino: le lunette raccontano il mito che Ovidio celebra nelle Metamorfosi (III, 155-sgg.); lo specchio che si trova sul soffitto è contornato dalla scritta respice finem e nel fregio si trovano alcuni versi latini.
Quanto Ovidio c’è in questa saletta?
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Virgilio per celebrare un macellaio
Ho ricevuto la bella foto di un marmo della collezione Torlonia, che raffigura un venditore di carni intento al lavoro nella sua bottega. Si vedono gli animali in vendita, esposti a testa in giù come si usava fino a non molto tempo fa. Si distinguono delle oche, un coniglio, due maiali e, in alto, compare un'epigrafe particolare, che cita alcuni versi di Virgilio.
L’epigrafe incisa sul marmo esposto nella mostra "I marmi di Torlonia", chiusa nel febbraio di quest'anno, è stata commissionata a un artista di alto livello...
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