Facciamo un salto ai giorni nostri

Come spesso capita a noi Italiani, non solo nel campo dell’Istruzione, in questi giorni siamo stati colti di sorpresa e abbiamo dovuto correre ai ripari in fretta, tutti in ordine sparso, con strumenti diversi e capacità distribuite su una scala che va da zero a nove, sviluppate dai docenti per curiosità o come aggiornamento volontario.

Pochissimi (a quanto mi risulta) sono stati gli istituti dotati di piattaforme strutturate e programmate per fare in modo organizzato didattica a distanza; quasi tutti hanno fatto ricorso a programmi esistenti, nati per svolgere principalmente altre funzioni. Il Registro elettronico è stato utile fondamentalmente per assegnare compiti a casa, perché era una delle sue funzioni programmate. Molti hanno sfruttato le risorse della rete Internet, scegliendo strumenti di comunicazione semplici, principalmente video conferenze (Skype, zoom e jitsi). Il docente è così apparso sugli schermi degli alunni per svolgere una lezione.

Prescindiamo per un attimo dall’efficacia dell’azione didattica in video conferenza per prendere in rapido esame i diversi ordini di scuola, escludendo i nidi per ragioni evidenti.

Gli alunni della scuola dell’infanzia non possono giovarsi più di tanto della didattica a distanza, soprattutto perché in quest’ordine di scuola la didattica è prevalentemente orientata alla pedagogia e al campo delle regole della vita sociale più che all’istruzione vera e propria.

Gli alunni della scuola primaria sono quelli ai quali un docente può sicuramente proporre un’attività didattica a distanza, anche se a moderate dosi giornaliere. La prima utilità in questi giorni di isolamento e di lontananza dalle abitudini quotidiane è già sul piano della presenza: la voce dell’insegnante può comunicare un senso di normalità e di continuità in questi momenti eccezionali. I bambini si adattano in modo straordinario alle nuove situazioni, soprattutto quando la famiglia collabora.

Gli alunni della scuola secondaria sono progressivamente più abituati a usare gli strumenti di comunicazione con disinvoltura e competenza tecnica; dalle lezioni a distanza potranno ricavare quello che erano abituati a ricavare, in misura direttamente proporzionale alla serietà con cui stavano frequentando le lezioni in aula. Irrompe in un campo finora “privato” un’attività diversa, più seria e formale che non è semplice conciliare con l’uso abituale di relazione delle tecnologie stesse. Anche linguisticamente la didattica della scuola è lontano se non in contrapposizione con l’uso che i giovani fanno dei social, non sempre consapevole e misurato. Ora consideriamo i fattori che oggettivamente condizionano l’efficacia di una lezione a distanza.

La lezione a distanza è condizionata da diversi fattori

Nella lezione a distanza entrano in gioco numerose variabili di diverso peso, che rendono problematico una paragone con una lezione in aula. Proviamo a elencarne alcune, a partire dalla rete, che non è disponibile dappertutto nello stesso modo: nelle città funziona, ma nelle località periferiche la qualità e la potenza dei segnali progressivamente diminuiscono; la lezione può non essere ricevuta del tutto[1] o ricevuta male dallo studente (parzialmente o a scatti).

  1. Tecnologie usate per la trasmissione e la ricezione: supponiamo ottimisticamente che la postazione del docente produca audio e video di buona qualità; le postazioni degli studenti sono un’incognita. Gli schermi di arrivo della video lezione sono di grandezza diversa: telefonino, tablet, mini PC, maxi schermo non dànno immagini di uguali dimensioni e qualità; anche le modalità di ascolto hanno importanza: auricolari, cuffie, altoparlanti integrati, diffusori di buona qualità non si possono mettere sullo stesso piano.
  2. Lo smartphone: il telefonino è lo strumento prediletto dai giovani. Non sono tutti uguali, possono avere problemi di schermo (rotto), potrebbero essere scarichi (elettricamente e sul piano del credito), potrebbero stati perduti… E non trascuriamo il rischio di sovraesposizione alle onde elettromagnetiche, considerando le abitudini odierne di
  3. Tablet o computer (portatili o desktop): ogni famiglia ha strumenti sufficienti e adeguati per tutti?
  4. Spazi e tempi per lo studio: l’organizzazione dello spazio in un appartamento normale può essere un problema. Potrebbero non bastare gli spazi per lo studio degli studenti (scrivanie / camerette) oppure gli stessi spazi servono ai genitori che devono lavorare da casa. Se gli orari coincidono? La rete domestica regge?

L’efficacia di una video lezione è condizionata dalla disponibilità e dalla qualità delle attrezzature utilizzate.

Ora consideriamo i protagonisti della lezione a distanza: il docente (emittente) e lo studente (destinatario).

Il docente

In una video conferenza il viso del docente appare in primo piano, la sua voce arriva in rapporto uno a uno allo studente. Ci sono piccoli gesti che siamo abituati a fare in solitudine davanti al video e che si devono evitare (sembra un’osservazione banale ma non lo è: fidatevi), bisogna curare l’abbigliamento e lo sfondo. Se il programma usato lo consente può condividere lo schermo per proiettare immagini o presentazioni; può verificare l’attenzione dei singoli studenti usando pulsanti appositi: gli esiti sono imprevedibili e l’operazione è tanto più complessa quanto più numerosa è la classe. Deve controllare il proprio microfono e quello degli studenti. Una buona lezione a distanza richiede tanto lavoro di preparazione, perché il docente entra in un mondo in cui la cattedra non esiste, in cui il giudizio immediato del fruitore è prassi abituale, è immediato (cioè senza mediazioni) e spietato, può essere registrato e vagare nella rete poco virtuosa dei social. Tutti sperano di poter contare su alunni seri, ma una minoranza sconsiderata può fare danni imprevedibili. Esistono poi problemi tecnici di scrittura per alcune materie, gli stessi che deve affrontare lo studente. Per la correzione di un esercizio di deve far parlare pubblicamente un alunno per volta ed è difficile ascoltare la voce di chi chiede un chiarimento, cosa che in classe è semplicissima.

 Lo studente

Tralasciando i problemi suaccennati, legati al collegamento in rete, agli strumenti utilizzati (telefonino, tablet, PC…) e agli spazi per lo studio, si aggiungono i problemi di distrazione, che esistono anche in classe, ma che in casa si moltiplicano (fratellini, citofoni, messaggi…). Come fa poi lo studente a eseguire e consegnare esercizi di alcune materie? La capacità di scrivere equazioni complesse o in greco antico a computer non si improvvisa, quindi si scatta una foto della pagina di quaderno e si invia all’insegnante. L’attività ordinaria è possibile, le prove comuni a  livello di scuola diventano impossibili.

 Certamente non si deve rinunciare alle lezioni a distanza; i docenti si sono dimostrati subito disponibili ad utilizzare le tecnologie, le hanno studiate, si sono impegnati, ma, nella maggior parte dei casi, hanno dovuto improvvisare senza poter contare sull’organizzazione scolastica, che lascia alquanto a desiderare.

Però qualche utile insegnamento per il futuro si può già individuare

(3 - continua)

 

[1] Dalla bella trasmissione di Radio1 Tutti in classe si apprende che la percentuale degli studenti che non hanno attrezzature o che comunque non sono stati agganciati in rete è intorno al 20%.