Vedendo la velocità con cui si diffondono, soprattutto grazie ai social, le notizie false insieme a quelle vere, mi è venuto in mente un bel passo di Virgilio, che può costituire una degna conclusione dell’attività di quest’anno.
La Fama virgiliana è un mostro piumato, con innumerevoli occhi, orecchie e lingue: è velocissimo, non dorme mai e gode nel diffondere notizie false e vere.

Ecco i versi virgiliani (Aen, IV, 173 - 190) con una mia traduzione

 

 

 

Extemplo Libyae magnas it Fama per urbes,
Fama, malum qua non aliud velocius ullum:
mobilitate viget virisque adquirit eundo,          
175
parva metu primo, mox sese attollit in auras
ingrediturque solo et caput inter nubila condit.
Illam Terra parens ira inritata deorum
extremam, ut perhibent, Coeo Enceladoque sororem
progenuit pedibus celerem et pernicibus alis,    
180
monstrum horrendum, ingens, cui quot sunt corpore plumae,
tot vigiles oculi subter (mirabile dictu),
tot linguae, totidem ora sonant, tot subrigit auris.
Nocte volat caeli medio terraeque per umbram
stridens, nec dulci declinat lumina somno;        
185
luce sedet custos aut summi culmine tecti
turribus aut altis, et magnas territat urbes,
tam ficti pravique tenax quam nuntia veri.
Haec tum multiplici populos sermone replebat
gaudens, et pariter facta atque infecta canebat…
190
Subito la Fama va per le grandi città della Libia,
la Fama, della quale nessun altro male è più veloce:
vive di moto e, andando, acquista forze,
prima piccola per timore, presto si alza nel cielo,
avanza sulla terra e nasconde il capo tra le nuvole.
la Terra madre adirata con gli dèi la generò
per ultima, come dicono, sorella di Ceo ed Encelado[1],
celere di piedi e dotata di ali veloci,
un mostro orrendo, gigante, che quante piume ha sul corpo
tanti ha vigili occhi nascosti (mirabile a dirsi!),
tante lingue, altrettante bocche loquaci e orecchie tese.
Vola di notte a metà fra il cielo e la terra, stridendo
nell’ombra e non chiude gli occhi al dolce sonno;
di giorno siede a spiare sulla cima dei tetti
o sulle alte torri e spaventa le grandi città,
messaggera ostinata di turpi invenzioni e del vero.
Lei allora riempiva la gente di vari discorsi
godendo e narrando fatti accaduti e mai avvenuti…

Rispetto al buon tempo antico è cambiato solo il mezzo.

Buone vacanze a tutti

[1] Ceo era un titano, una delle divinità più antiche, Encelado un gigante. Figli di Gea e Urano, tentarono invano di conquistare il regno degli dèi.