In un angolo della piazza Mercantile, nel quartiere San Nicola, nel cuore di Bari Vecchia, si trova una colonna sormontata da una sfera circolare in pietra (una palla di cannone o una sfera di balista); il basamento del monumento è costituito da quattro bassi gradini circolari; ai piedi della colonna si trova un leone[1], sul cui collare è scolpita la scritta, appena leggibile, CVSTOS IVSTICIE (Custos Iustitiae, custode della giustizia).
Il monumento medievale, realizzato con materiali di spoglio, ebbe la funzione di gogna: il condannato, legato alla colonna, era probabilmente esposto al pubblico ludibrio seduto sul leone[2].
Tradizionalmente la “Colonna della giustizia” era fatta risalire alla metà del ‘500, per volontà di Pietro di Toledo, viceré spagnolo di Napoli. Ora è comunemente nota come "Colonna infame", ma non ha nulla a che vedere con la più nota colonna milanese.
Il monumento nel suo insieme (colonna e sfera di pietra), riferito a una punizione pubblica, può essere paragonabile con la colonna milanese, che fu eretta sotto la dominazione spagnola, anche se un secolo dopo; la funzione della colonna barese fu però diversa: fu un luogo di pena, non un monumento a ricordo di un’unica pena che doveva recare infamia a due rei meritevoli di una pena esemplare.
[1] Un’ampia disamina del leone si trova in questo articolo di Luigi Todisco.
[2] Interessanti le osservazioni contenute in questo articolo di Bari live che ricorda la punizione dei debitori insolventi a Roma “debeat poni eques in leone marmoris existente in scalis Capitolii” (sia messo a cavallo del leone di marmo che si trova sulle scale del Campidoglio) e ricorda come l’accostamento del leone alla colonna (cfr. la porta dei leoni a Micene), rivela il valore apotropaico a difesa della città.