Le lucerne e il mondo dei gladiatori  

Presso l’Antiquarium “Alda Levi”, in via De Amicis 17, Milano, è aperta dal 3 marzo al 23 dicembre 2023, da martedì a sabato con orario 10-15, una piccola mostra dal titolo “Lux in Arena. Le lucerne e il mondo dei gladiatori”. 

L’argomento trattato riguarda il sistema di illuminazione nel mondo Romano, quindi lucerne in terracotta o in bronzo, lanterne, sempre in terracotta o in bronzo, se si andava in giro di notte, portate dal lucernarius.

In particolare vengono esposti degli esemplari che riportano raffigurazioni di gladiatori nelle loro varie specializzazioni (Hoplomachus, Murmillo, Thraex, Retiarius, ecc.) e in momenti diversi di combattimento, quasi una celebrazione fittile di eventi da ricordare per la loro risonanza.

Il percorso espositivo...

presenta due vetrine: nella prima vengono presentate alcune lucerne con scene gladiatorie provenienti dalla Collezione di Jules Sambon, di cui una celebra l’inizio del combattimento tra il Trace Sabinus e il Mirmillone Popilius, ancora separati dall’arbitro con in mano un bastone.

Nella seconda vetrina, invece, vengono esposte alcune lucerne rinvenute nel riempimento della fognatura situata tra le fondazioni dell’emiciclo Sud dell’Anfiteatro di Mediolanum, nel corso dei recenti scavi ancora in corso. Lucerne in terracotta di IV-V d.C. di produzione africana e una di produzione locale a imitazione di quelle africane.Infine, e per la prima volta, si presentano alcuni esemplari di vasellame di epoca celtica (IV-III a.C.), ricomposti e restaurati di recente. Infatti nel corso degli scavi del 2020, nell’area dell’Anfiteatro, si è intercettato uno strato più antico rispetto alla costruzione del nuovo edificio di spettacolo e tra due setti radiali si è trovata una grande buca (m 2,40x1,40, profonda m 0,50) piena di frammenti di vasellame pertinenti al periodo in cui Mediolanum era ancora un villaggio celtico.

 

Probabilmente in quest’area esisteva un luogo di culto di cui questo vasellame da banchetto rappresentava delle offerte votive alla divinità, che veniva intenzionalmente frantumato per impedirne il riutilizzo. Uno dei bicchieri a calice globoso presenta un’iscrizione incisa “PLIOS” in alfabeto Leponzio, nome (forse) del proprietario.

 

 

Eugenio Bacchion

Gruppo Archeologico Milanese