Un’opera così bella doveva avere un nome significativo. Necesse è il titolo che è stato dato alla pittura murale più grande d’Italia, 1300 metri quadrati che parlano di noi e delle sofferenze di un periodo che dobbiamo ancora metterci alle spalle. 26 giugno 2021: tanta gente presente all’inaugurazione. In un giardino di periferia recuperato al degrado, dove c’era un vecchio rudere (abbattuto) in mezzo a un campo di rifiuti. Aree come questa possono rinascere solo grazie a virtuose collaborazioni e… finanziamenti. Ci vogliono privati sensibili e buona politica territoriale, che sono giustamente ricordati nella targa che riepiloga questa bella storia di periferia. 

Necesse, titolo in latino, perché la lingua latina è espressione di universalità e nobiltà insieme. Ottima scelta: l’opera racconta la nostra storia nella pandemia, parla di lavori che sono dovuti andare avanti, perché si doveva andare avanti. Parla di operatori sanitari che ci hanno curato, a costo della vita (e non è retorica), di rider che ci hanno portato a casa il cibo, pagati poco ed esposti ad ogni pericolo. Ci sono i lavoratori che hanno continuato a vendere e produrre il cibo, i bambini e i giovani chiusi in casa nel loro disorientamento, gli anziani e gli emarginati; c’è una città che vive, soffre, lavora e guarda al futuro. Andatelo a vedere, soffermateci sulla striscia delle figure gigantesche e anche sui dettagli. Necesse: un tributo agli umili, la nostra vita in uno stato di necessità: non poteva essere che così; ed è questo il vero significato di necesse.

Riferimenti: https://www.smoe.it/   Dove: su Google Maps