Premessa

La recente scomparsa del grande Umberto Eco mi ha fatto ripensare all'importanza della lingua latina nell’immensa cultura del grande intellettuale. Ho intenzione di fare qualche indagine su alcuni dei numerosi passi in lingua latina presenti nel romanzo. So che alcuni li hanno saltati, però sono molto interessanti sotto diversi punti di vista. Se qualcuno avrà voglia di leggere queste noterelle e troverà qualcosa di interessante gli sarò grato, se poi mi vorrà inviare considerazioni o approfondimenti, gli sarò due volte grato. Andando in ordine partiremo dal Magister Alanus de (o ab) insulis

Primo giorno - prima

In questo capitolo Guglielmo dice ad Adso “Alano delle Isole diceva che
Omnis mundi creatura
quasi liber et pictura
nobis est in speculum
e pensava alla inesausta riserva di simboli con cui Dio, attraverso le sue creature, ci parla della vita eterna.”

Alano delle Isole (latine: Alanus ab Insulis) o Alano di Lilla (fr. Alain de l’Isle) fu Doctor Universalis di grande fama per la sua cultura teologica e umanistica, vissuto nel XIII sec. (circa 1120 - 1203), autore di numerosissime opere dottrinarie nelle quali compaiono poesie in metri vari, composte con arte e gusto.

Il passo specifico è l’incipit del Rhythmus Alter che si trova in coda all’opera De incarnatione Christi - rhythmus perelegans consultabile nel ricchissimo sito http://www.documentacatholicaomnia.eu 

Anzitutto osservo la citazione imprecisa del terzo verso: il testo che ho trovato non presenta “in speculum” ma un più plausibile “et speculum”; come si potrebbe giustificare il costrutto in + accusativo?

Forse la fonte di Eco aveva la preposizione in al posto della congiunzione et, forse in edizioni diverse da quelle che ho consultato c’era “in”, forse è stata imprecisa la citazione a memoria, come succedeva agli antichi, e sicuramente la maggior parte dei lettori non se n’è accorta, anche perché, nello spirito del racconto, questa precisazione marginale nulla toglie al romanzo e poco aggiunge al lettore che vi è passato a volo rapido.

Tralasciando questo dettaglio un po’ ozioso, penso che valga la pena trascrivere integralmente il  “Rhythmus Alter, quo graphice natura hominis fluxa et caduca depingitur”, perché è una poesia piacevolissima e scorrevole che dimostra la vasta cultura e la grande padronanza della lingua latina di Alano. La musicalità dei versi è percepibile nella disposizione a coppie parallele delle parole. Innumerevoli sono le figure retoriche più comuni della letteratura classica: allitterazioni, poliptoti, figure etimologiche... Si nota però una ritmica nuova che è subentrata alla metrica quantitativa degli antichi che ha come protagonista la rima. Aleggia nel componimento il lepos ellenistico in una tematica coerente con i toni di ammonimento e paura tipici dell’epoca.

Ecco il testo integrale della poesia

Omnis mundi creatura,
quasi liber, et pictura
   nobis est,
et  speculum.
Nostrae vitae, nostrae mortis,
nostri status, nostrae sortis
   fidele signaculum.

Nostrum statum pingit rosa,
nostri status decens glosa,
   nostrae vitae lectio.
Quae dum primo mane floret,
defloratus flos effloret
   vespertino senio.

Ergo spirans flos exspirat,
in pallorem dum delirat,
   oriendo moriens.
Simul vetus et novella,
simul senex et puella
   rosa marcet oriens.

Sic aetatis ver humanae
juventutis primo mane
   reflorescit paululum.
Mane tamen hoc excludit
vitae vesper, dum concludit
   vitale crepusculum.

Cujus decor dum perorat
ejus decus mox deflorat
   aetas, in qua defluit.
Fit flos fenum, gemma lutum,
homo cinis, dum tributum
   homo morti tribuit.

Cujus vita, cujus esse,
poena, labor, et necesse
   vitam morte claudere.
Sic mors vitam, risum luctus,
umbra diem, portum fluctus,
   mane claudit vespere.

In nos primum dat insultum
poena mortis gerens vultum,
   labor mortis histrio.
Nos proponit in laborem,
nos assumit in dolorem ;
   mortis est conclusio.

Ergo clausum sub hac lege,
statum tuum, homo, lege,
   tuum esse respice.
Quid fuisti nasciturus,
quid sis praesens, quid futurus,
   diligenter inspice.

Luge poenam, culpam plange,
motus fraena, fastum frange,
   pone supercilia.
Mentis rector et auriga
mentem rege, fluxus riga,
  ne fluant in devia.

Metro: sestine, composte da due coppie di ottonari in rima baciata seguiti da un senario (settenario sdrucciolo) in rima. Schema: AAa BBa

In metrica classica si potrebbero considerare coppie di strofe tristiche formate da due dimetri trocaici e un dimetro trocaico catalettico.

(1 - continua)