Il prof. Chiesa decide di andare avanti, mentre ai leggii si alternano, puntuali, gli oratori. Nel buio rotto soltanto dalle luci delle pile (nel frattempo si esauriscono anche le batterie delle luci di emergenza) il pubblico ascolta i racconti e i passi in latino, parole che raccontano un medioevo insolito e interessante.
La multimedialità è ridotta al minimo: le voci e una luce fioca.
Atmosfere da medioevo in aula, mentre fuori l’ennesimo nubifragio infuria, facendo saltare i circuiti elettrici dell’Università.
È la prima volta di Citybook per la Statale, la prossima andrà forse tecnicamente meglio, ma questa è stata una serata indimenticabile.