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Il latino nella Commedia
In occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante sono stati scritti tanti libri di vario genere, dai saggi più seri ai romanzi più divertenti. Ne ho letto alcuni con grande piacere, dal pirotecnico Vai all'Inferno, Dante! di Luigi Garlando ai più seri A riveder le stelle di Aldo Cazzullo e Dante di Alessandro Barbero (il mio preferito).
Nel frattempo però ho scelto di rileggere la Commedia per intero, senza fretta: un cammino in compagnia di amici conosciuti e talvolta ricordati anche a memoria: mi sono imbattuto in passi ostici e ho avuto illuminazioni improvvise, prodotte da versi bellissimi, che non avevo notato nelle letture precedenti.
Al termine dell’Inferno sono stato colpito da un’assenza che non mi aspettavo: avevo trovato pochissime parole in latino!
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Mi hanno fatto osservare che fra le postille al calendario non ho parlato delle stagioni. Cerco di rimediare, anche perché l'argomento è interessante.
La parola moderna italiana "stagione" deriva dal latino statio, stationis, che contiene la radice i.e. sta (gr. στα), la stessa del verbo stare (latino e italiano), riferibile al concetto di fermata, alla permanenza. Dalla parola latina statio deriva anche "stazione", con un esito fonetico leggermente diverso. In francese va ricordato stage (da staticum)[1]. La radice sta si trova anche nella parola "solstizio" (fermata del sole); nella misura del tempo di un anno i solstizi e gli equinozi sono i limiti delle stagioni: infatti la locuzione latina tempus anni equivale a "stagione".
I nomi delle stagioni derivano dal latino
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Con un certo ritardo riferisco di un ampio e interessante articolo dedicato alla serie TV Romulus dalla rivista ARCHEO nel numero di gennaio 2021. Ringrazio il dottor Bacchion del Gruppo Archeologico Milanese per la segnalazione e considero queste due note come un proseguimento del discorso sul “protolatino” del film Il Primo Re.
Il film di Matteo Rovere ha attirato l’attenzione degli amanti della lingua latina perché gli attori hanno recitato in una lingua latina immaginaria, familiare nei suoni, frutto di un lavoro in cui la filologia è stata messa al servizio della fantasia. Quella lingua faceva parte della finzione scenica, rappresentava la lingua nascente di un popolo nascente, la lingua usata nei lontani tempi della fondazione di Roma.
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La prima volta che andai al cinema a vedere “Il primo re” vi andai per due motivi: per i dialoghi in “protolatino” e, un po’ meno, perché era il “primo kolossal italiano”.
Con me una nutrita rappresentanza di un gruppo formidabile: I Latinisti dell’Archivio, appassionati cultori della materia, curiosi di assistere alla novità.
La lingua latina nel Cinema non è proprio una novità: regolarmente fa la sua comparsa nei film storici, come elemento di ambientazione, come accessorio di scena, come costume aggiunto.
Ricordo di essermi tenuto un notes sulle ginocchia: vi scrivevo le parole che riuscivo a percepire. Sentivo che c’erano suoni latini, parole latine, ma il senso generale dei dialoghi si comprendeva meglio lasciandosi guidare dalla recitazione: le parole erano ai limiti dell’intelligibilità, la pronuncia degli attori non era quella solita delle scuole, ma restituta, detta anche scientifica (tipo “kikero”), con qualche concessione alla pronuncia tradizionale.
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Su invito del Gruppo Archeologico Milanese, ad opera del dottor Eugenio Bacchion, che pubblicamente ringrazio, ho registrato nella sede di Corso Lodi 8 due conversazioni riguardanti il calendario romano. La registrazione è abbastanza artigianale, ma è sicuramente in linea con i modi tipici inaugurati quando è iniziata la nostra collaborazione: divulgazione senza tecnicismi e pacati spunti di riflessione sul mondo antico senza dimenticare il mondo moderno. In rete troverete sicuramente saggi più completi, approfondimenti ammirevoli e calcoli faticosi da seguire. C'è spazio, credo, anche per questa mia prima e forse ultima registrazione. Buon ascolto e buona visione. Per le domande ci sarà un'occasione sicuramente: entro la fine di febbraio organizzeremo un incontro virtuale su Meet.
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