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L’anacronismo del titolo è voluto: Catullo ha ricevuto un regalo, sì, ma non per Natale (ovviamente), ma per i Saturnalia, una festa che cadeva alla fine dell’autunno: ai tempi di Augusto duravano tre giorni, terminavano esattamente (avverbio un po’ esagerato per l’antichità) a. d. XIV kal. Ian.1, erano giorni di festa, in cui si scambiavano regali e si scherzava celebrando i tempi felici dell’età dell’oro di Saturno. Era una festa che assomigliava un po’ al carnevale (per gli scherzi) e un po’ al Natale (per i regali).
Nel carme XIV Catullo racconta di aver ricevuto in dono dall’amico poeta Calvo un’antologia di poetastri, uno scherzo maligno fatto a un raffinato poeta, il più grande dei poëtae novi.
Un affronto di tale portata meritava una degna vendetta: il giorno successivo Catullo promette...
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Ma che lingua si usa?
Nel sito è nata da poco una nuova sezione dedicata principalmente alla lingua italiana, all’uso e al mal uso che se ne fa. Non vuole essere una novella Frusta letteraria, ma un semplice stimolo alla riflessione. L’eccesso di comunicazione, l’esigenza di fidelizzazione dei radiotelespettatori, la paura del silenzio, il desiderio di farsi sentire e di prevalere hanno giocato un ruolo fondamentale nella qualità della comunicazione televisiva e, in minor misura, radiofonica. A volte questi fattori sono percepibili nelle singole parole, nei nessi fra parole, nelle metafore usate disinvoltamente, a volte nel lessico settoriale, a volte nei toni e nelle intonazioni delle parole; nel campo della comunicazione televisiva l’analisi si può estendere alle immagini usate nei telegiornali e nei dibattiti.
L’avventura è iniziata, il materiale è davvero tanto: le prime due “puntate” sono sul sito, accessibili dal menu principale. Buona lettura! Se poi qualcuno vorrà dialogare o collaborare, lo strumento “contatti” è disponibile qui.
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Le dimore di un’anima inquieta
(testo dell’intervento tenuto a Pagazzano il 3 ottobre 2021)
Poiché il gemellaggio che si celebra questa sera costruisce una via ideale che congiunge i luoghi più rappresentativi in cui dimorò il poeta proporrò al pubblico intervenuto questo mio breve excursus sulle “Case del Petrarca”.
In molti luoghi certamente, in chissà quante case dimorò il Petrarca nella sua vita di uomo inquieto per carattere e spesso in viaggio per lavoro: anche se fu peregrinus ubique[1], le sue case ebbero delle caratteristiche che meritano qualche riflessione.
Possiamo classificare le “Case” in due categorie semplificate:
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Domenica 3 ottobre 2021 nel castello Visconteo di Pagazzano (BG) si aprirà una rassegna letteraria che celebra il 664° anniversario del primo passaggio del Poeta aretino presso il “fortilizium de Pagazano syto in Clarea Abdue”. Terra un tempo ignota e solitaria, poco conosciuta anche oggi, viene proposta all’attenzione di visitatori e turisti curiosi di conoscere le bellezze vicine che in Italia abbondano e spesso sono ignorate.
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A Passo Corese, frazione di Fara in Sabina (RI) davanti alla sede del liceo classico e scientifico, è stato inaugurato il monumento a padre Lorenzo Rocci, l’autore del primo vocabolario greco-italiano, un caposaldo della formazione di tanti alunni e studiosi di greco antico. Ricchissimo di lemmi e di esempi, è stato ed è tuttora, con le nuove edizioni, modello di riferimento per tutti i vocabolari che pubblicati dopo il suo.
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