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Piccolo resoconto dell’incontro del 23 gennaio 2015 presso il Civico Museo Archeologico di Milano.
L’interessante seminario ha presentato l’attività dell’Associazione Italiana di Archeometria (AIAR), che coordina diverse attività legate ai beni culturali. L’obiettivo dell’AIAR è quello di far parlare un linguaggio comune alle diverse scienze che si occupano delle analisi elementali e della datazione dei reperti archeologici. Negli ultimi anni, infatti, sono nate numerose discipline scientifiche che si occupano di analizzare, datare e individuare i migliori metodi per la conservazione dei beni archeologici, libri, oggetti e dipinti. Eccone un elenco: Archeobiologia, Archeozoologia, Archeobotanica, Paleonutrizione, Paleopatologia.
Queste nuove scienze sono importantissime, perché l’archeologia ha bisogno di arricchire le conoscenze fino ad oggi affidate alla capacità di interpretare gli elementi visibili dei reperti. L’archeologo vuole saper come si nutriva, come viveva, in che anno i nostri antenati costruivano i manufatti
L’associazione, istituita nel 1993, è raggiungibile a questo sito. La prof. Emanuela Sibilia ha illustrato e discusso criticamente i risultati della campagna di datazione condotta dall’Università di Milano-Bicocca, spiegando che la datazione individuata con metodi scientifici può dare una certezza solo come termine post quem del reperto, perché i dati vanno sempre valutati.
L’excursus ha accompagnato il pubblico in una visita virtuale ai numerosi (e generalmente poco conosciuti) siti archeologici milanesi, toccando le chiese di Sant’Ambrogio e San Lorenzo, passando sulle mura spagnole nella zona di Porta Volta, per concludersi nella zona del Museo Archeologico, dove a breve sarà visitabile il piano alto dell’unica torre muraria romana giunta fino ai nostri giorni.
Da ricordare: la storia dei tubuli milanesi. Nell’XI sec. a Milano crollarono le volte di numerosi edifici di età romana; gli artigiani locali, riprendendo la tecnologia antica, ricostruirono le volte usando i tubuli, come gli antenati, per alleggerire le volte. Immagine tratta da Wikipedia
A questo link il video proiettato nel corso della serata, che offre una panoramica dei siti archeologici milanesi che recentemente sono stati oggetto di indagine.
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La temporanea chiusura del sito è dovuta a un aggiornamento tecnologico doveroso che mi ha creato qualche problema. Chiedo ai miei pochi ma (mi sembra) affezionati lettori di pazientare un po': sto lavorando alla grafica e spero che questo aspetto minimale sia ugualmente gradito. I lavori intanto proseguono
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Ecco il racconto della natività tratto dal primo libro (vv. 153 - 169) dell'opera Evangeliorum libri IV di Aquilino Giovenco, autore spagnolo dell'età di Costantino.
Hospitio amborum Bethleem sub moenibus urbis
angusti fuerant praeparva habitacula ruris.
Illic virgo novo completa in tempore fetu
solvitur et puerum veteri cunabula textu
involvunt duroque datur praesepe cubili.
Circa sollicitae pecudum custodia noctis
pastores tenuit vigiles per pascua laeta.
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Programma pieno di attrattiva, imperdibile. Aula gremita, quasi 200 persone, dopo le presentazioni ecco la prima lettura; tutto sembra avviato nel modo migliore quando…
La luce si spegne. Le luci di emergenza si accendono, il pubblico non si muove. Il prof. Chiesa decide...
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Giovedì 23 ottobre 2014 il prof. Kemeny, alla Casa della Poesia, ha tenuto un incontro sulla poesia di Dylan Thomas (1914 – 1953); una fortunata combinazione ha fatto coincidere la data della conferenza con il centenario della nascita di questo poeta molto ammirato, morto all’età di trentanove anni dopo una vita “burrascosa”.
Nulla conoscevo di questo autore, ma mi incuriosiva il fatto che Bob Dylan avesse deciso di cambiare il proprio cognome assumendo il nome di questo poeta gallese.
La voce del poeta che risuonava nella Palazzina Liberty intratteneva gli spettatori che attendevano l’inizio della conferenza e delle letture (in italiano) dell’attore Franco Sangermano. Interessanti e illuminanti le parole di Kemeny, piacevoli le letture, ma, sul piano della multimedialità, nei miei appunti ho scritto…
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