Infame a chi?
Come introduzione all'incontro di domani 11 ottobre 2023 alla Biblioteca Accursio ripropongo l'articolo scritto per la rivista Cooperazione&Solidarietà (N. 237 - luglio 2023). Buona lettura :-)
A Milano, all’angolo fra la via Gian Giacomo Mora e corso di Porta Ticinese, fu eretta la colonna infame per ricordare la pena esemplare inflitta a due sfortunati innocenti accusati, come “untori”, di avere diffuso la peste.
Il processo si era svolto secondo le regole del tempo, che purtroppo prevedevano il legittimo ricorso alla tortura per ottenere la confessione degli accusati.
Il barbiere Gian Giacomo Mora e il commissario della sanità Guglielmo Piazza furono condannati come rei confessi, mentre a Milano nel 1630 imperversava una terribile epidemia di peste, un morbo estremamente contagioso che la scienza del tempo non era in grado né di curare né di prevenire.
La popolazione milanese
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Benvenuti a tutti ma non alle male lingue
Ricevo da Silvia Petrone una foto della scritta che appare sopra il camino della Sala della Stufa Valtellinese, primo ambiente del Museo Bagatti Valsecchi in via Gesù 5 a Milano. Ecco il testo:
Quisquis amat dictis absentum rodere vitam
hanc flammam vetĭtam noverit esse sibi
Ecco la traduzione con le osservazioni
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Schema della tastiera per scrivere in greco antico (politonico) con il PC
Ricevo dall’ingegner Cesare Pagano questo schema molto ben curato e completo, utile strumento per chi vuole scrivere in greco antico.
Sullo schema grafico si trovano le sole note strettamente pertinenti all'uso dei tasti per ottenere i simboli su di essi rappresentati nello schema.
Questo il link per scaricare il PDF
Questo il link alla pagina appena aggiornata
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Un raffinato neologismo in un’iscrizione empolese: “oscitantia”
Nella controfacciata della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli si trova un affresco di Raffaello Botticini (1477 – 1520) che raffigura il Redentore in una nicchia con catino a conchiglia.
Le pareti della nicchia dipinta sono decorate da “strumenti della Passione”, a destra in chiaro e in penombra a sinistra. L’opera è pregevole in sé, allineata all’alto livello artistico delle opere in mostra nel piccolo e imperdibile museo della Collegiata, ma anche la sottostante iscrizione presenta motivi di interesse, soprattutto per il suo registro particolare, alto e raffinato.
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L'olio d'oliva di Pompei
Ringrazio Elena Miglietta che mi ha inviato questa bella foto della bottiglia d'olio d'oliva più antica del mondo. Giaceva al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) in mezzo ad altri reperti, fino al giorno in cui ha attirato l'attenzione di Alberto Angela tre anni fa. Il suo sguardo attento ha colto la peculiarità del reperto che è diventato subito oggetto di ammirazione e studio. Nel video di presentazione si nota la forte somiglianza con un affresco pompeiano "pane e olio", anche se la bottiglia fa parte degli scavi di Ercolano. Tra i tanti che hanno riportato la notizia eccone uno senza troppa pubblicità, poi il link al video su YouTube e il link all'analisi del contenuto eseguita dall'Università Federico II di Napoli.
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