Marziale non sprecava la carta (come noi)
Anche ai tempi di Marziale i libri erano cari e uno scrittore, soprattutto se non era ricco, doveva stare attento al costo della materia prima e ai costi editoriali, se voleva guadagnare con il proprio lavoro. Il poeta stesso ne parla nel primo epigramma del secondo libro dei suoi Epigrammi.
Ecco il testo accompagnato dalla traduzione, da un breve commento e una riflessione.
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Che fine ha fatto il “tesoro di Como”?
In un precedente articolo avevo dato notizia del cosiddetto “tesoro”, un recipiente contenente 1000 monete d’oro e altri oggetti preziosi risalenti al V secolo, scoperto casualmente a Como. Eravamo nel lontano 2018 e così concludevo la notizia in breve: “Ora inizia la fase di studio, dalla quale saranno lontani i riflettori della cronaca”.
Ai quasi duemila lettori di quella notiziola dedico questo aggiornamento, che dà un’idea del prezioso lavoro svolto dagli archeologi e dalle riviste di archeologia.
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Pompei: un armadio rimasto chiuso per più di 2000 anni
Cosa si prova ad aprire un armadio rimasto chiuso dal 79 d.C.? Il titolo è un po'... esagerato (lo ammetto) ma per 1943 anni questo mobile ha conservato una testimonianza che nessuno studio, nessuna fonte letteraria avrebbe potuto descriverci meglio: l’armadio di una casa “normale”, non di una villa da ammirare per la sua bellezza o per i suoi dipinti, gli oggetti quotidiani presenti in un appartamento in cui viveva una famiglia senza grandi risorse economiche, del “ceto medio”.
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Così si poteva studiare il latino un secolo fa
Sono giunto in possesso di alcuni volumi della Biblioteca del Popolo, una collana che ebbe grande importanza per la divulgazione del sapere a partire dalla fine del XIX secolo. La storica casa editrice milanese pubblicò numerosissimi volumetti di 64 pagine nei quali si esponevano i rudimenti di tutte le scienze umane e scientifiche “in forma popolare, succinta, chiara, alla portata di ogni intelligenza”.
La mia attenzione è stata subito attirata da due volumi riguardanti la lingua latina: Grammatichetta (sic!) Latina (volume 139) e Sintassi latina (volume 281), pubblicati nel 1935.
Comincio a sfogliare il primo volume:
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Fontanellato: Ovidio nella saletta di Diana e Atteone
Per chi viaggia verso Bologna Fontanellato è il nome di un’area di parcheggio che si trova prima di Parma, una pausa nel noiosissimo percorso rettilineo dell’autostrada A1. Fontanellato merita assolutamente una pausa più lunga per una visita: è un borgo straordinario al cui centro si trova la Rocca Sanvitale, un castello circondato da un fossato, eretto in un grande spiazzo nel quale si svolgono periodicamente mercati d’antiquariato e di golosi prodotti gastronomici.
All’interno della rocca ci sono arredi interessanti, artistiche decorazioni pittoriche di grande originalità e ambienti ben conservati e ben descritti dalle guide che accompagnano i visitatori. Il gioiello della rocca è la saletta detta di Diana e Atteone, affrescata nel 1523 per il conte Galeazzo e sua moglie Paola Gonzaga da un giovanissimo Parmigianino: le lunette raccontano il mito che Ovidio celebra nelle Metamorfosi (III, 155-sgg.); lo specchio che si trova sul soffitto è contornato dalla scritta respice finem e nel fregio si trovano alcuni versi latini.
Quanto Ovidio c’è in questa saletta?
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