Con l’introduzione della codificazione UNICODE cono stati superati i problemi di leggibilità e compatibilità che hanno complicato la vita di chi voleva scrivere in greco antico. Per molti anni soltanto computer con lo stesso sistema operativo e identica dotazione di font potevano condividere file contenenti testi scritti in greco antico.
Oggi UNICODE ha fissato definitivamente lo standard nella mappa dei caratteri di tutti i PC, non solo per il greco antico: un codice numerico univoco individua un solo carattere in tutti i computer del mondo. Il computer torna a fare il suo mestiere, cioè produrre un risultato partendo da un numero.
Poiché il sistema operativo W10 sembra oramai lo standard per i PC di oggi e del domani prossimo, confido che queste istruzioni siano valide ancora per diversi anni.
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Negli spazi liberi del volume compaiono numerose annotazioni autografe del poeta, tipiche di ogni studioso: appunti, commenti, osservazioni tecniche, testimoni di un dialogo instaurato con i testi studiati.
Oltre a queste annotazioni “normali” se ne trovano altre che costituiscono un aspetto originale e interessante del Virgilio dell’Ambrosiana, le note obituarie, prevalentemente costituite dalla data di morte di persone care: nome del defunto e data di morte a ricordo di compagni di vita venuti a mancare, che idealmente si affacciano nei pensieri del poeta e si fermano negli spazi liberi delle pagine. Ampio, commovente e sentito è quello dedicato al figlio Giovanni, morto di peste a Milano all’età di venticinque anni, nel 1361.
Sul primo foglio del volume, in particolare evidenza si trova il ricordo della morte di Laura, che si presentava al poeta tutte le volte che apriva quel caro libro, qui sepe sub oculis meis redit.
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