Ovidio ad Arco (TN)
Che sul quadrante di una meridiana compaia una frase riguardante il passare del tempo non fa meraviglia; che sia in latino… nemmeno, perché è una lingua nobile, che induce alla riflessione. Trovare però un verso elegante e profondo succede di rado e la meraviglia cessa quando si scopre che il testo è di Ovidio.
Siamo ad Arco, a due passi dal lago di Garda. La chiesa è la più importante, si trova nel centro della città: è la Collegiata di Santa Maria (o dell’Assunta); la meridiana è collocata sulla parete dell’abside, grande e ben esposta al sole. Il verso è il 771 del VI libro dei Fasti[1], ha un tono “trentino”, severo, ruvido e realistico. Eccolo:
Tempora labuntur tacitis senescimus annis
Il tempo scivola, invecchiamo in anni silenziosi
Leggi tutto: Una meridiana d’autore
Le parole hanno una vita capace di sorprenderci: nascono, si diffondono, a volte fanno successo, invecchiano e, talvolta, muoiono. Alcune diventano improvvisamente alla moda, catturano l’attenzione e dilagano, spesso fastidiosamente, nei discorsi di (quasi) tutti. Ricordate le espressioni “a monte” e “a valle”? Hanno avuto una vita breve e intensa, sono state bersagliate dall’ironia e infine sono cadute nel dimenticatoio: oggi nessuno le usa più, almeno con la frequenza di un tempo. Ricordo che Luca Goldoni scrisse molti libri intitolati con una frase di moda.
Nei dialoghi, nelle interviste e nelle cronache ultimamente sta dilagando un intercalare nuovo: “no?”. In qualunque discorso compare più volte un “no?” con evidente funzione retorica. Nessuno infatti (per ora) si sognerebbe di interrompere il parlante con un perentorio “no!” seguito da un’obiezione vera.
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